Un Bilancio Partecipativo in carcere

IDEE IN FUGA è un progetto che di bilancio partecipativo e di crowdfunding civico, dove due comunità si incontrano: i detenuti del carcere di Bollate e noi, i cittadini liberi!

Il progetto

I primi saranno coinvolti per la prima volta in un’esperienza di partecipazione democratica che permetterà loro di decidere insieme quali interventi e iniziative realizzare all’interno delle proprie mura. I secondi, noi, saranno coinvolti nel rendere concreta e fattibile questa esperienza, seguendo il progetto e finanziando le opere e le iniziative che scaturiranno dall’impegno e la partecipazione dei detenuti.

E’ un rapporto di fiducia reciproco, come quello sancito dalla Costituzione quando afferma, all’art. 27 che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Siamo infatti convinti che vivere in un carcere non significhi sospendere la pratica della democrazia, né che l’art. 27 possa essere delegato alle istituzioni formali, senza una relazione costante tra le due comunità.
Tutto dipende da noi, appunto.

La storia

Il progetto è nato dalla folle idea di un tirocinante presso BiPart, dalla follia del suo ”capo” di assecondarlo e dalla follia di tante altre persone che pian piano gli sono andati dietro! Da un lato vi era l’idea è quella di portare il bilancio partecipativo dentro le mura di un istituto penitenziario e permettere ai detenuti di vivere ed apprendere un’esperienza diversa da tutte le altre. Dall’altro vi era l’idea di portare questa esperienza fuori dalle mura e stabilire un rapporto più efficiente e stabile con l’esterno.

Il cammino è stato piuttosto lungo ma molto lineare: abbiamo immediatamente presentato l’idea all’amministrazione di Bollate e poi ai detenuti della Commissione Cultura, che l’hanno accolta positivamente, spingendoci così a presentarla al Ministero - nell’organo del PRAP Lombardia - per ottenere l’autorizzazione alla sperimentazione. Una volta ottenuta, abbiamo iniziato il lungo processo di co-design del percorso partecipativo, assieme alla Commissione Cultura ed all'amministrazione penitenziaria (polizia, educatori e il direttore stesso) terminato con la condivisione delle linee guida con le Commissioni riunite e l’approvazione finale del Regolamento. Era importante, infatti, consegnare a tutto il carcere un processo condiviso da tutti, dai detenuti stessi fino al direttore.